Mancano solo 13.
Qualsiasi altra persona sana di mente, con i miei stessi
giorni vissuti, di sicuro non perde energie per riflettere su quanto sto facendo
io. Poco meno di due settimane per sancire all'anagrafe il quarto di secolo e
come già successo sette anni fa, forse proprio oggi, forse proprio a quest’ora -con uno sguardo alle spalle si- ma la riflessione diventa più un susseguirsi di
buoni propositi, il compilare una lista di cose da fare, di obiettivi da raggiungere,
di cambiamenti da apportare, un pensare al futuro.
Ed è proprio dopo aver finito di riempire la nuova lista che mi sono
accorto di quanto non sia cambiata dalla passata versione; è vero con qualche
aggiunta, con l’ordine cambiato, ma in fondo uguali. Voglia di rivalsa, voglia
di migliorare, sogni da realizzare, occasioni da cui farsi rapire.
Di vita ne ho vissuta, esperienze tante che differenziano la scrittura delle
liste, ma sempre allo stesso modo, sempre con le stesse conclusioni.
Il cambiamento mi ha sempre spaventato, intimorito.
Il
cambiamento mi ha sempre frenato e bloccato in questa bolla da cui scappo
portandomela dietro. Ma se è vero che il tempo cambia tutto, non è vero che
cambiamo anche noi, cambiare non è una conseguenza; c’è bisogno di impegno ma soprattutto
di tanto coraggio, di agire malgrado la paura che paralizza.
Sarà la crisi dei 13 giorni che mi illude, ma forse questa
volta è la volta giusta.
Le ferite, i lividi, le cicatrici, i continui schiaffi
in faccia, le porte chiuse, le speranze calpestate che hanno colpito e
scalfito, ma questa è la volta buona che cambio corazza
Non voglio ritrovarmi ingabbiato in una vita che non amo
solo per paura di non trovare nulla di meglio.
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